Tra Oblio e Libertà

La porta della gabbia gli venne aperta e l'Adjuchas, pertanto, cominciò a camminare al seguito di quelle guardie. I passi erano lenti, gli artigli delle zampe inferiori graffiavano il pavimento ad ogni passo, gli occhi rossi miravano la porta d'accesso a quella struttura che poi si rivelò essere un enorme anfiteatro che, a questo punto, sembrava stessero utilizzando per svolgere i processi. Gli arti superiori restavano ammanettate, la lunga coda, pendente, sfiorava il suolo. Aveva rivolto anche un'occhiata in tralice a Niky, prima che la porta della seconda gabbia gli venisse dritta sulla maschera. Uno sguardo all'imponente e minaccioso "Spartano" che sembrava ergersi a giudice. Poi, alla seconda figura che aveva preso la parola.

"Szablador Zarr. Sono un Adjuchas semplice: uccido e divoro altri hollow per evolvermi e non regredire. Il mio ossoferro è indubbiamente tra i più resistenti, sono in grado di utilizzare tutte le tecniche Hollow e di manipolare il sangue. Sia il mio che quello altrui. La mia ambizione è diventare Arrancar... Ed il mio obbiettivo a breve termine... E' di sicuro sconfiggere una certa persona. Non so se possono essere definiti dei difetti... Ma sono sempre affamato. E so anche essere decisamente... Vendicativo."

La voce era tornata a graffiare. Lo sguardo continuava a puntare il suo giudice. E adesso, era lui che si aspettava una risposta.

Era evidente come colui che stava interrogando l'Adjuchas avrebbe voluto estrarre qualcosa in più. Ma "se non c'è n'è dentro, non ne vien nemmeno fuori", si dice. E dunque, come trovare qualcosa che non c'è? Infondo, le parole di Zarr erano state chiare. Si stava parlando di ambizioni pur sempre con un Adjuchas. Un Adjuchas semplice, come si era definito lui.

"Ragione di vita? Bella domanda. Ma non dimenticare, Umano, che stai parlando con un Adjuchas, non con un tuo parirazza. Un Adjuchas non ha ragioni di vita diverse dalla propria sopravvivenza. Del proprio corpo e della propria autocoscienza. Mangiare o essere mangiati: questa è la mia ragione di vita, questo è quello che mi ha spinto ogni giorno fino ad oggi a divorare altri Hollow. Finché non ho scoperto che sembra esistere un'altra strada. L'evoluzione... È questa la mia ragione di vita, umano. Che sia cosa comune o no, una volta che avrò spezzato la mia maschera, deciderò che cosa fare della mia vita. Per adesso ti accontenterai della mia più sincera risposta. Questa."

Benché l'assistente stesse cercando di causare una reazione per valutare più a fondo Zarr, lui che non era esattamente un intellettuale, non era nemmeno tanto cretino da far qualcosa di sconsiderato: al momento, in manette dentro una gabbia ci stava lui. Ed il Visconte non sembrava nemmeno una di quelle persone che vuoi fare arrabbiare. Per cui, inizialmente, si era limitato a rispondere: "Capisco.". Sembrava pronto a mettere la conversazione nuovamente in ghiaccio in attesa della conclusione di quella seduta processuale, ma d'un tratto, terminata una pausa non troppo breve l'Adjuchas aveva deciso di riprendere la parola.

"Di certo dove c'è un Impero c'è anche un Imperatore da servire. E se servire questo Imperatore può aiutarmi a raggiungere il mio scopo, allora può aiutarmi anche a trovarne uno nuovo. No?"