Sinfonia del Chaos: Giochi di Potere

Il giro fu abbastanza lungo, nonostante la donna avesse scelto sempre i percorsi più brevi. Sembrava che quella cittadella fosse costruita appositamente per spingere gli ospiti ad ammirarne il panorama, il che, in un certo senso, denotava un certo grado di narcisismo. Comunque ciò diede il tempo alla donna di rispondere alle domande dei suoi ospiti: - Potete chiamarmi Yuuko, se lo desiderate. - disse in risposta a Iris, ma in realtà era rivolta a entrambi.

E quanto alle parole di Zac: - Quando abbiamo saputo di te i capi ti hanno giudicato promettente. - rispose con tono gentile e senza tracce di menzogna nella sua voce - Ma non tutti i fiori sbocciano, purtroppo. Alcuni periscono di fronte alle difficoltà e alle intemperie. - in pratica: si, l'Organizzazione aveva dubitato di Zac. Le abilità diplomatiche della donna erano riuscite ad edulcorare un pò il concetto, ma il senso era quello.

Voi comunque ce l'avete fatta ... - disse infine, pronunciando il resto della frase solo nella propria mente: - Ora non resta che capire che tipo di fiori siete.

Intanto il percorso panoramico era giunto al termine e il trio si trovava di fronte ad una grossa porta di metallo, che sembrava decisamente robusta. A occhio il peso di ognuna delle ante era di un centinaio di tonnellate. E il metallo era finemente lavorato in uno stupendo bassorilievo che rappresentava un rituale con diversi uomini in ginocchio di fronte ad una figura demoniaca. Con forza la donna bussò con i pesanti battenti e poco dopo la porta si illuminò di un'energia violacea, che fluiva attraverso delle venature scavate nel metallo. E infine la grossa porta si aprì, rivelando l'interno della sala.

Di nuovo di fronte ai due esponenti dell'Impero c'era un grosso tavolo e ancora una volta c'erano tre figure in carne ed ossa dietro di esso. Sulla superficie del tavolo c'erano 4 computer portatili, di cui però solo 3 erano aperti e accesi, mentre l'ultimo era chiuso. E delle figure presenti, due erano le stesse dell'incontro in Antartide. La terza invece, era una giovane donna che guardava i due ospiti con un certo interesse, mordicchiandosi un dito mentre li scrutava come espressione bramosa, come un predatore che guarda la sua preda.

Fu proprio lei a salutare gli ospiti: - Benvenuti a Chez Moi ... aspettavo da tempo di conoscervi.

Come nel primo incontro, la donna che aveva fatto loro da guida si congedò, lasciando la sala con la grossa porta che si richiuse alle sue spalle. Quanto alla donna che aveva dato il benvenuto agli ospiti, questa rispose con un leggero inchino alle parole di Zac, mostrando un portamento regale anche nei modi. - Sono felice che abbiate apprezzato: non esiste un posto così nel Mondo Umano, o negli altri Mondi Spirituali ... per il momento. Ma l'arte è come un fiore: una volta che sboccia, propaga il polline in ogni direzione. Tutto sta a dargli la possibilità di attecchire.

Quelle parole forse un pò criptiche celavano già in parte la risposta alla domanda dell'Imperatore, ma prima che la donna potesse continuare, i modi bizzarri di Iris capitalizzarono l'attenzione dei presenti: - Sembra che la tua piccola amica stia cercando qualcuno, Imperatore. - commentò il vecchio, che fino a quel momento si era tenuto in disparte, al punto da passare quasi per parte dell'arredamento.

Non è qui ... - fece infine l'uomo che, come nel precedente incontro, fino ad allora si era limitato ad osservare i nuovi arrivati senza staccargli mai gli occhi di dosso. Letteralmente, perché sembrava che non battesse le palpebre. C'era una certa soddisfazione nella sua voce e, sebbene appena percettibile, anche nel suo sguardo: - Yuri è stato fatto prigioniero dalla Soul Society. Pare che siano coinvolte una Shinigami gigante e una donna Arrancar dai capelli rossi.

Solo allora lo sguardo stanco e inespressivo si staccò dagli ospiti, posandosi su una grossa tazza di caffè sulla scrivania. Con fare calmo afferrò la tazza e, dopo averne mescolato il contenuto con un cucchiaino, bevette un sorso, rilassando infine l'espressione afflitta. - Ma non è per questo che vi abbiamo convocati. - Lo sguardo si posò sulla padrona di casa, come a lasciarle licenza di proseguire.

Merci, mon chéri. - fece la donna con eleganza, mentre muoveva le mani come un direttore d'orchestra. E in risposta a quei movimenti eleganti e precisi, diverse particelle di Reishi danzarono sul grosso tavolo, assemblandosi in diverse componenti meccaniche miniaturizzare, che a loro volta si assemblarono in quella che sembrava ... una bomba. Una piccola riproduzione in scala di una bomba.

Abbiamo intenzione di procedere con la Fase 2 del nostro piano. Gli Shinigami, la Soul Society, hanno sempre tenuto il nostro mondo sotto strettissima sorveglianza. In condizioni simili, la luce del sole non è il luogo più adatto per consentire all'arte di fiorire, non credete anche voi mes amis ?

Estrasse dalla borsetta una capsula ginto, mostrandola agli ospiti: - "La Reiryoku in forma liquida è una potente fonte di energia ... questa va qui ..." - fece, facendo scivolare la capsula ginto nella piccola bomba sulla scrivania. Venature violacee si formarono lungo la superfice della bomba, che sembrava si stesse sovraccaricando. Sia la donna che gli ospiti sembravano tranquilli, quindi forse non c'era nulla da temere. - ... E la Soul Society diventa cieca ! - la bomba esplose in un bagliore accecante, che però non ferì nessuno.

Tuttavia, se Iris o Zac avessero provato a percepire la Reiatsu degli individui di fronte a loro, non avrebbero percepito nulla. La forte concentrazione di Reiryoku nella stanza impediva qualsiasi forma di percezione. Neppure i sensori dei Denreishinki avrebbero funzionato.

Lo pensavamo anche noi ... - fu la risposta dell'americano alle parole di Iris, che si lasciò poi sfuggire un mezzo sorrisetto sadico. Fu però di nuovo il vecchio a prendere la parola, a sorpresa: - Non c'è nessun problema: Yuri è stato addestrato per anni a resistere alle torture e agli interrogatori. Sa sopprimere il dolore fisico e la sua mente è protetta da diverse barriere. Non c'è niente che possano fargli per costringerlo a parlare: l'unica soluzione è che scelga di sua iniziativa di collaborare col nemico, ma il suo codice d'onore glielo impedisce.

Insomma, a suo parere la cattura di Yuri portava al nemico la stessa utilità della sua morte: lui non avrebbe mai parlato. Intanto l'attenzione di tutti si era spostata sul demone del tempo: - Non c'è niente di cui tu debba preoccuparti, mon chéri. - fece la padrona di casa dopo essersi esibita nella splendida dimostrazione - Le nostre ali non sono di cera, sai ?

Vi abbiamo convocati qui principalmente per informarvi... - fece l'americano, tornando alla sua espressione vuota - ... abbiamo pensato che come nostri collaboratori aveste il diritto di sapere di questa parte dei nostri piani, visto che potrebbe riguardarvi.

Il vecchio aprì un occhio, lanciando uno sguardo severo ai due ospiti che avevano osato dubitare delle sue parole: - Voi non conoscete Yuri, non sapete quello che ha passato. Non esiste tortura in grado di smuoverlo, ne tentazione che possa prevalere sulla parola data. - l'occhiataccia più severa fu per Iris - Non vi servono prove o certezze, quanto vi è stato detto deve bastarvi.

Fu poi l'americano a prendere la parola e a fare da mediatore usando la sua diplomazia: - Non c'è davvero motivo di preoccuparsi: Yuri è stato prigioniero della Soul Society per quasi due anni: in tutto questo tempo non ci sono stati attacchi alle nostre installazioni. Se avesse parlato, la situazione non sarebbe stata così tranquilla.

Fu infine la donna a prendere la parola, rivolgendosi direttamente a Zac: - Beh, mon chéri, non tenerci sulle spine. Non vuoi condividere con noi questo tuo intrigante progetto ? - fece, squadrando attentamente l'Imperatore del Chaos, mentre portava un dito alla bocca e lo mordicchiava.

Oh si ... avevo quasi dimenticato. - fece poi di colpo l'americano all'ultima domanda di Zac - Le bombe che avete visto sono parecchio ... onerose da produrre e vorremmo evitare troppi sprechi. Se conoscessimo l'esatta efficienza e portata dei sensori della Soul Society potremmo calcolare il numero esatto di dispositivi da far detonare. Mi chiedevo se non foste in grado di fornirci tali dati.

Nessuno fece più caso a Iris quando questa si rassegnò alle parole spese in supporto del Russo. Solo l'Americano le riservò un'occhiata interessata e divertita, quando quella mise il broncio. Era come se avesse visto qualcosa che a tutti gli altri era sfuggita, ma durò solo un secondo prima che tornasse a concentrarsi sull'Imperatore del Chaos. Prima che potesse parlare, però, fu la padrona di casa a prendere la parola.

Ohhh andiamo ... nemmeno una sbirciatina ? - fece, col solito atteggiamento sensuale e provocante che usava ogni volta che voleva ottenere qualcosa. - ... non è cortese far aspettare una signora, sai ? - Ovviamente la donna era impaziente di ottenere almeno qualche dettaglio, ora che lo Shinigami aveva messo a tutti la pulce nell'orecchio.

Ti chiediamo scusa Imperatore, Madame B non ha mai imparato ad assaporare le attese. - fece l'Americano, col solito atteggiamento diplomatico - Però ha ragione, sai ? Ora ci hai incuriositi, non puoi tenerci così sulle spine senza darci neppure qualche dettaglio ...