Another Full Circle

Le parole di Emilia sottolinearono l'importanza della forza e della crescita nella vita degli Shinigami. Benkei annuì, comprendendo bene la verità nelle sue affermazioni. Quando Emilia propose un allenamento per far scontrare le loro lame, l'idea lo intrigò.

— Un duello amichevole, eh? — disse con un sorriso leggero.
— Mi sembra un'ottima idea. Sì, andiamo a quel campo di addestramento. Sarà un'opportunità per imparare l'uno dall'altro.

Si alzò dalla sua posizione, seguendo Emilia mentre si dirigevano verso il campo di addestramento. Il suo atteggiamento pigro sembrava cambiare leggermente, manifestando un interesse più vivace. La prospettiva di un allenamento amichevole gli offriva l'opportunità di testare e raffinare le sue abilità, oltre a costruire un legame più forte con un collega Shinigami.

— Fammi strada, Emilia-san. — disse con un sorriso amichevole.
Con una mano sul manico della sua Zanpakutō, seguì la giovane Shinigami verso il campo di addestramento, pronto per la danza di lame che lui stesso aveva proposto diverse decine di minuti prima.

— Daiseishi — sussurrò Benkei, rivolgendosi spiritualmente al suo compagno spirituale. — Sarà un'occasione per mettere alla prova la nostra armonia. Voglio sentire la tua guida più chiaramente, voglio danzare con te sul campo di addestramento.

La figura spirituale di Daiseishi, il bodhisattva che risiedeva nella sua Zanpakutō, sembrava rispondere con un'aura di approvazione e incoraggiamento. Era un legame speciale, una relazione maestro-allievo che era cresciuta nel corso del tempo. Il bodhisattva rappresentava la pazienza, la saggezza e la guida, e Benkei desiderava onorare quei principi nel suo modo di combattere.

Benkei accettò la sfida con entusiasmo, apprezzando la determinazione di Emilia. Si alzò e la seguì mentre si dirigevano rapidamente verso il campo di addestramento. Mentre camminavano, il pensiero di Benkei era focalizzato sulla connessione con Daiseishi e su come potesse migliorare attraverso lo scontro imminente.

Giunti al centro del campo di battaglia, Emilia si posizionò a una distanza di quindici metri da lui. Benkei si preparò per la sfida, sostenendo lo sguardo serio di Emilia. Quando lei estrasse la Zanpakutō e pronunciò la formula di rilascio, la sua Zanpakuto si trasformò in un'elegante pistola bianca. Benkei si lasciò andare ad un sospiro, dopo aver intuito il motivo per cui Emilia si era allontanata così tanto da lui. Non era un avversario da sottovalutare.

— Sarò onesto, Emilia-san. Non ho intenzione di sottovalutarti. — le disse Benkei, sorridendo in modo amichevole. Poi, impugnando la propria Zanpakutō al rovescio e con la mano destra, e stendendo il braccio di fronte a sè, toccò a lui formulare la formula di rilascio: — Kudasai, omae no megumi o, Daiseishi!

In un istante, Daiseishi si manifestò come un Sarong straordinariamente elegante e funzionale, una fusione di corda tessuta bianca e filamenti metallici dorati. La lunghezza del drappeggiopermetteva una completa mobilità degli arti superiori, mentre le bende della stessa fattura avvolgevano i polsi e le tibie di Benkei. Attraverso movimenti delle braccia e dei polsi, Benkei arrotolò Daiseishi fra gli stessi, lasciando le bende della stessa fattura a coprire le tibie. La sua aura si intensificò, riflettendo la connessione rafforzata con Daiseishi. Era ora pronto per l'inizio dello scontro.

— Facciamolo, Emilia-san — disse, posizionandosi in una posizione di combattimento, pronto a fronteggiare la prima offensiva della propria avversaria. La determinazione brillava nei suoi occhi mentre si preparava a danzare con lei sul campo di addestramento.

La determinazione di Emilia era evidente, e quando puntò la pistola verso di lui, Benkei sapeva di doversi preparare per un attacco imminente. Tuttavia, la velocità con cui Emilia aprì il fuoco lo colse di sorpresa. Nonostante il suo tentativo di frapporre il braccio, coperto dal Sarong, agli spari, i proiettili fecero breccia nella sua difesa e lo colpirono.

Il dolore penetrante si fece sentire mentre il freddo si insinuava nella zona colpita. Benkei poté avvertire l'inizio di un accenno di congelamento, e la sensazione non era piacevole. La tattica di Emilia si dimostrò più efficace del previsto. — Non male, Emilia-San — constatò lo Shinigami, per nulla sorpreso dall'efficacia del potere della sua avversaria.
— Adesso però sta a te difenderti.

Con il braccio ancora dolorante a causa degli spari di Emilia, Benkei comprese l'urgenza di accorciare la distanza tra loro. Era evidente che la Shinigami avesse un vantaggio a medio raggio grazie alla particolarità della sua Zanpakutō e Benkei intendeva sfruttare la sua abilità nell'Hakuda per ribaltare la situazione.

Lo scatto in avanti fu veloce e determinato. Con agilità sorprendente, Benkei riuscì a evitare ulteriori colpi e si trovò a pochi passi da Emilia. Era il momento perfetto per passare al corpo a corpo, dove le sue abilità in Hakuda avrebbero potuto fare la differenza.

L'attacco in due fasi, un gancio destro seguito da un montante sinistro, era stato progettato per approfittare della distanza ravvicinata. Il gancio, mirato a sorprendere Emilia lateralmente, doveva distogliere la sua attenzione, mentre il montante, diretto al volto, aveva l'obiettivo di infliggere un colpo potente da vicino.

Benkei, nonostante il dolore e il freddo che lo avvolgevano a causa del congelamento, non perse la sua determinazione. La risposta di Emilia alla sua carica era stata uno Shunpo, un movimento veloce che le permise di schivare agilmente i suoi attacchi e, cosa più sorprendente, di posizionarsi dietro di lui.

Stupito dalla prontezza di Emilia nel ribaltare la situazione, Benkei si rese conto che la sua avversaria non solo aveva schivato abilmente, ma aveva anche ristabilito le distanze in modo strategico. Il suo sguardo si concentrò sulla donna, pronta a far fuoco con la sua pistola.

— Non credo di avere molta scelta.

Senza esitazione, Benkei decise di utilizzare a sua volta lo Shunpo per tentare di intercettare i proiettili con il Sarong trasformato dalla Zanpakutō. Con movimenti veloci e precisi, cercò di parare i proiettili con il tessuto dorato del suo Sarong, sfruttando la sua abilità nell'Hakuda e nella manipolazione spirituale della Zanpakutō.

In caso di successo nella parata, Benkei avrebbe immediatamente cercato di accorciare nuovamente le distanze. Caricò un calcio potente all'addome di Emilia, con l'intenzione di sfruttare la sua abilità nel combattimento ravvicinato e contrastare la strategia a distanza di Emilia.

Benkei provò un senso di euforia e soddisfazione nel riuscire a parare con successo la raffica di proiettili di Emilia, utilizzando quella frazione di secondo per sorprendere la giovane Shinigami per accorciare le distanze con lei. La sensazione di aver ottenuto un successo tattico, sfruttando la sua abilità nell'Hakuda e la protezione fornita dalla forma rilasciata di Daiseishi, lo riempì di una rinfrancata consapevolezza delle proprie capacità sul campo di battaglia, di cui aveva cominciato a dubitare dopo quel primo - sorprendente - attacco di Emilia.

Quella parata non solo dimostrò la sua capacità nelle arti marziali - uno stile che comunque Emilia conosceva e aveva già affrontato, probabilmente allenandosi con Ai - ma gli diede anche la serenità mentale di pensare di poter avere la situazione sotto controllo. Era come se avesse colto un momento di debolezza nel piano di Emilia, e il colpo che riuscì a imprimere sul suo addome era lì a certificarlo.

Danno Calcio:	7 [Pot. B] + 12 [Int.] - 8 [Cost.] = 11 x 2	22
Danno Daiseishi:	4 [Pot. C] + 12 [Int.] - 8 [Cost.] = 8 x 2 / 2	8
Danno Totale:		30

— Forse ci sono andato troppo pesante, Emilia-san.

La ragazza aveva già sparato, di nuovo, senza perdere alcun tempo. Era stata brava: aveva approfittato della situazione per ristabilire la distanza fra sè e Benkei, per poi far nuovamente fuoco. La distanza diede il modo a Benkei di provare a replicare la manovra precedente e - con un pizzico di fortuna - mettere fine a quella danza di spade che i due Shinigami avevano voluto improvvisare per migliorarsi a vicenda.

Il piano era chiaro: utilizzare la protezione fornita da Daiseishi sull'avambraccio per deflettere i proiettili e utilizzare il momento immediatamente successivo all'impatto per soprendere Emilia, accorciando la distanza con uno Shunpo e portando un gancio destro verso di lei.

Sorrise, a metà fra il soddisfatto e lo sbalordito. Era convinto di aver attaccato nel modo più corretto, sorprendendo il proprio avversario col tempismo giusto - eppure mancò in qualche modo di centrare la figura di Emilia in quello che, almeno nei suoi pensieri, doveva essere il colpo capace di mettere fine allo scontro. Eppure, Emilia trovò il modo di cavarsi da quella complicata situazione.

La giovane Shinigami utilizzò le munizioni della propria Zanpakutō per intercettare il gancio di Benkei: una mossa in qualche modo sorprendente e - almeno teoricamente - efficace. Aveva tentato di sorprenderlo, anticipando il proprio attacco nella speranza di evitare il colpo del suo collega e avversario, e cercando allo stesso tempo di far filtrare qualche proiettile nella sua guardia, in modo da riportarsi in vantaggio in quello scontro.

Azione Benkei:	7 [Pot. B] + 12 [Int.]	19
Azione Emilia:	8 [Pot. B+] + 9 [Int.]	17
Risultato:	Le azioni si annullano	±2

L'azione andò solo in parte secondo le aspettative di Emilia: Benkei accusò il contraccolpo dei proiettili sparati verso di lui, che tuttavia si spensero sulla superficie del suo pugno, rivestito della sinuosa - seppure resistente - protezione fornita di Daiseishi. La sua offensiva fu fermata, e fu costretto a riprocessare in poche frazioni di secondo un'alternativa, tentando di immaginare quale, fra tutti i colpi che conosceva, poteva essere quello in grado di dargli maggior chance di colpire il proprio bersaglio.

Arrivato grazie all'azione precedente a pochissimi centimetri da Emilia, e atterrando sulla punta del proprio piede sinistro, operò su di esso, utilizzandolo come perno, una piroetta, tentando di investire Emilia con la tibia della gamba destra, che stava per abbattersi sulla giovane Shinigami come un'insidiosa scure.

La risposta di Emilia al tentativo di calcio rotante, fu decisamente prevedibile, ma estremamente efficace. La ragazza riuscì nuovamente non solo a schivare completamente l'attacco corpo a corpo dello Shinigami, ma anche a ristabilire le distanze fra loro - caricando una nuova raffica di colpi alle spalle di Benkei. Era cosciente di ciò che stava per accadere, ma tentare di schivare o parare il colpo, in quel caso, gli avrebbe semplicemente fatto perdere frazioni di secondo preziose. Decise così di fare qualcosa di completamente diverso: stringere i denti e preparare immediatamente una controffensiva.

Avvertì chiaramente il dolore della raffica di proiettili di Emilia colpirlo alla schiena. Lo sapeva, lo aveva in qualche modo messo in conto, ma non potè fare a meno di pensare che - molto probabilmente - si era trattata semplicemente di un'idea di merda. Terminò di voltarsi verso Emilia, concentrando rapidamente un buon quantitativo di Reiryoku nella palma della mano, plasmandolo in una sfera di fuoco compressa. La sfera emanava un'aura ardente e vibrante, pronta a esplodere con la potenza delle fiamme. Nonostante la sua energia estremamente alta rispetto al risultato che poteva prevedere, la manovra dello Shinigami aveva uno scopo diverso: rendere difficile l'evitare l'ampia fiammata che sarebbe scaturita dall'esplosione.

Lanciò la sfera di fuoco verso Emilia, approfittando non solo della distanza ottimale, ma anche della sorpresa che - probabilmente - avrebbe generato nel non recitare la formula del Kido: decise di recitarla solo in un secondo momento, in modo da guadagnare secondi preziosi, attimi che in uno scontro potevano fare la differenza fra il successo e il fallimento.

Durante il tragitto, l'energia della sfera esplose rapidamente in una vasta ondata infuocata, creando una barriera ardente difficile da eludere. Benkei, sebbene avesse subito la raffica di proiettili di Emilia, sembrava determinato a sfruttare al massimo questa mossa inaspettata per riprendere l'iniziativa nel combattimento. Emilia, questa volta, avrebbe dovuto affrontare una minaccia diversa da quelle precedentemente portate da Benkei: la fiammata imminente rendeva la situazione ancor più intricata, e ora spettava a lei trovare un modo per evitare o ridurre al minimo i danni causati dalla tecnica di Kidō di Benkei.

Mentre la colonna di fiamme dell'Arte Demoniaca lanciata da Benkei si espandeva rapidamente verso di lei, Emilia - ancora una volta - reagì prontamente. Senza esitazione, premette il grilletto della sua pistola, sparando cinque proiettili in direzione dell'esplosione imminente. I proiettili si lanciarono contro le fiamme del Kidō di Benkei, cercando in qualche modo di contrastare l'energia infuocata che avanzava minacciosamente verso di lei.

In quei momenti di intensa battaglia, Benkei riusciva a percepire solo il calore delle fiamme che si spandevano da lui alla propria avversaria, distorcendo la realtà e offuscando la sua visione. Mentre completava la recitazione della formula di preghiera per il Kido, avvertì una repentina e acuta sensazione di pericolo, un istinto che lo avvisava di un imminente attacco.

Concentrando tutta la sua forza di volontà, Benkei continuò a recitare le parole sacre, nonostante la crescente pressione e l'urgente necessità di difendersi. Tuttavia, mentre la colonna di fuoco si abbatteva nel punto in cui era presente Emilia, il suo sguardo incrociò quella giovane Shinigami che, in un atto di pura reaione, stava già contrattaccando.

La sensazione di impotenza si diffuse attraverso di lui mentre vedeva i proiettili provenienti dalla pistola di Emilia oltrepassare le fiamme e dirigersi implacabilmente verso di lui. Non c'era tempo per reagire, non poteva deviare completamente l'attacco mentre era impegnato nella preparazione del suo Kidō.

Un brivido di dolore lo attraversò quando i proiettili colpirono il suo corpo, rompendo la concentrazione e interrompendo il flusso di energia spirituale necessario per completare l'incantesimo. A causa del dolore, nonostante la sua determinazione non accennò a vacillare, si rendeva conto che era allo stremo, così come doveva esserlo - di contro - Emilia. Quello che era nato come un incontro per mettersi alla prova e migliorarsi, era diventata una battaglia di logoramento, che tuttavia gli aveva insegnato molto: aveva affrontato per la prima volta un avversario capace di colpirlo da lontano, che utilizzava la propria destrezza e la propria rapidità per schivare i suoi attacchi - proprio come la Quincy di quella notte - ma che utilizzava quelle frazioni di secondo per volgere il combattimento a proprio vantaggio. Senza la conoscenza dei Kido, probabilmente, nonostante avesse messo a segno un colpo devastante qualche secondo prima, avrebbe finito per perdere quel breve ma intenso confronto.

In un lampo dorato, Daiseishi tornò ad avere le fattezze della spada corta, il cui fodero era come sempre legato alla base della schiena dello Shinigami, un'abitudine che aveva mutuato dal Capitano Fon. Benkei si avvicinò a Emilia per constatarne le condizioni: probabilmente i due, sebbene con ferite e conseguenze diverse, non se la passavano in modo tanto differente.

— Allora Emilia-san — disse tendendo la mano verso di lei.
— Ci prendiamo un'altra tazza di the?