Another Full Circle

Seireitei,
Davanti al cortile degli edifici della Seconda Brigata

Benkei apprezzò la risata di Emilia, rassicurato dal fatto che la sua spiegazione aveva trovato un'eco positiva.
— Non c'è nulla di cui scusarsi. — disse con un sorriso. — Mi solleva sapere che ci sono altri Shinigami con una prospettiva simile. Per quel che ho avuto modo di vedere, non molto a dir la verità, Ai-sama sembra essere un individuo molto concentrato sulla propria crescita e il combattimento.

L'idea di spostarsi a casa di Emilia per continuare la conversazione gli fece alzare un sopracciglio, ma il suo volto indolente e pigro si illuminò di un'accettazione tranquilla. — Deve ancora arrivare il giorno in cui Benkei Sakahone rifiuta un thé, o del sakè. — ammise. — È molto lontano da qui?

Dal suo atteggiamento pacato e pacifico traspariva un uomo che apprezzava i piaceri della vita, fossero essi un una tazza di the, un sorso di sakè o una dormita sulle sponde del Fiume delle Anime. La prospettiva di spostarsi verso una nuova cornice non fece che aumentare il suo interesse per la conversazione che si stava sviluppando. Con un leggero inchino, Benkei seguì Emilia, pronto ad esplorare nuove sfaccettature di quella che si stava rivelando essere una giornata insolitamente stimolante.

Benkei seguì Emilia attraverso il Distretto della Prima Brigata, le sue gambe si muovevano con una calma pacata mentre procedevano verso il distretto della Tredicesima Brigata. La prospettiva di una tazza di the e una conversazione più informale lo intrigava, e il fatto che la casa di Ai fosse coinvolta aggiungeva una nota di interesse.

— La Tredicesima Brigata, eh? — commentò Benkei con un cenno d'approvazione. — Un bel distretto per una pausa tranquilla.

Mentre camminavano, ascoltò le parole di Emilia riguardo al sakè di Ai. Un sorriso divertito apparve sul suo volto pigro.
— Bere un goccio di sakè prima di andare a letto può essere un modo rilassante per concludere la giornata. Chissà, forse un giorno dovrò unirmi a Ai-sama in questo rituale.

Nonostante il suo atteggiamento pigro, Benkei apprezzava i piaceri semplici della vita, e la prospettiva di un incontro informale e amichevole nella casa di Ai lo intrigava sempre di più. Con un po' di fortuna, avrebbe potuto incrociare lo Shinigami che aveva avuto modo di incontrare la notte in cui furono inviati come supporto alla Torre: da quanto ricordava, era anche lui un esperto di Hakuda, un'arte che era ormai seguita e apprezzata da pochi Shinigami. Con il distretto della Tredicesima Brigata che si profilava all'orizzonte, si preparò mentalmente per la seconda parte di quella conversazione, consapevole che forse nuove rivelazioni e sfide lo aspettavano dietro quella porta.

— Dì un po', Emilia-chan. Di cosa vi occupate nello specifico nella Tredicesima?

Benkei si ritrovò a muoversi attraverso il Distretto della Tredicesima Brigata, il suo passo pigro mantenuto, ma ora con un tocco di curiosità per la prospettiva di entrare nella casa di Ai. La sorpresa di Emilia riguardo al suffisso "chan" non sfuggì all'occhio attento di Benkei, ma la sua espressione rimase impassibile, come se tutto fosse parte della routine quotidiana.

— Molto d'accordo, eh? — disse con un leggero sorriso, prendendo la sua leggerezza con calma.
— Mi piacerebbe scoprirlo.

La breve spiegazione di Emilia sul ruolo della Tredicesima Brigata attirò l'attenzione di Benkei.
— Proteggere il Mondo Umano e combattere contro gli Hollow. — ripeté con un cenno di approvazione.
— Compiti importanti. Sembra che la Tredicesima Brigata abbracci una missione cruciale.

Una volta giunti alla casa di Ai, Benkei guardò intorno con un'occhiata apprezzativa. La struttura ricordava le tradizionali case giapponesi, emanando un'atmosfera accogliente. Accettò la tazza di the con gratitudine e si accomodò nella mansarda indicata da Emilia.

— Molto gentile, grazie. — disse mentre sorbiva il the. — Quanto alla Seconda Brigata, siamo principalmente responsabili Forze Speciali del Sereitei, esperti principalmente di infiltrazione e assassinio. Alcuni sono preposti a guardia dei confini della prigione Muken.

Il suo sguardo volse in basso, quasi pensieroso.
— Io tuttavia non ho ancora mai fatto niente di tutto ciò. Sono appena stato trasferito dalla Quarta.

Benkei ascoltò le parole di Emilia con attenzione, apprezzando la sua visione equilibrata sui ruoli delle Brigate del Gotei. La giovane Shinigami sembrava capire il valore di ogni contributo, anche se modesto, e Benkei rispose con un cenno d'approvazione.

— Certamente. — rispose, sorridendo leggermente mentre alzava la sua tazza.
— Grazie per l'offerta, potrei prenderti in parola.

Quando Emilia gli chiese se avesse già svolto qualche missione per la Seconda Brigata, Benkei si prese un momento per riflettere. La verità era che, finora, non aveva avuto l'opportunità di partecipare a una missione ufficiale per la sua nuova Brigata. La sua natura pigra e la sua recente transizione nella Seconda Brigata avevano contribuito a mantenere le sue attività a un ritmo più lento.

— No, finora non ho ancora avuto l'occasione di svolgere una missione per la Seconda Brigata — ammise con onestà. — Sono ancora in fase di addestramento e apprendimento del nuovo ambiente. Ma sono aperto a qualsiasi opportunità che possa presentarsi. Se ci sono missioni o compiti che richiedono le mie competenze, sarò pronto a partecipare e dare il mio contributo.

Un leggero sorriso giocava sul suo volto, quasi come se stesse anticipando le sfide e le avventure che avrebbero potuto manifestarsi nel suo futuro nella Seconda Brigata. — Quanto a te? Hai svolto delle Missioni per abbattere degli Hollow? A me è capitato una volta sola, durante il mio esame. Poi, semplicemente ho incontrato un avversario semplicemente più forte, un Adjuchas di nome Orca. — raccontò.

— Se il Capitano Fon non fosse intervenuta, non sarei qui a raccontartelo.

Benkei ascoltò attentamente le parole di Emilia, riflettendo sulle sue esperienze finora. — Sì, finora le mie attività sono state piuttosto limitate. — ammise, sorridendo leggermente.
— In un certo senso mi sto ancora ambientando, e la sconfitta subita nel supporto che abbiamo fornito a La Torre non ha certo aiutato.

Quando Emilia menzionò di aver svolto alcune missioni con Ai, l'attenzione di Benkei aumentò. — Le missioni in coppia possono essere intense e ricche di apprendimento. — disse con un cenno di approvazione. — È sempre utile avere un compagno di squadra affidabile. Mi fa piacere sentire che hai avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con Ai-sama.

L'entusiasmo di Emilia sul suo incontro con un Adjuchas catturò l'attenzione di Benkei. — Ah, sì. — disse, riflettendo su quell'incontro passato.
— Ero in un'area densa di attività spirituale. Erano per lo più umani, Fullbringer presumo. L'Adjuchas, Orca, sembra abbia decimato sia loro che gli Shinigami che erano intervenuti. Mi sono salvato per un soffio, riuscendo ad evitare il suo secondo attacco.

Si prese un momento per ricordare i dettagli, evitando tuttavia di menzionare la Fullbringer che lo aveva aiutato, e la sua avventura oltre lo Specchio.
— Era nei pressi di Karuki City, in un'area meno frequentata. Aveva un'aura diversa rispetto agli Hollow comuni, più potente e minacciosa. E una qualche capacità di mimetizzazione avanzata che lo rendeva praticamente irrintracciabile e imprevedibile.

Dopo una pausa, Benkei guardò Emilia.
— Immagino che Ai non abbia avuto bisogno dell'intervento di un Capitano per salvarsi da una situazione come quella. — disse, quasi fosse una domanda.

— Perdonami se mi sono espresso male. — disse Benkei, con tono serio. — La Missione non era affidata alla Seconda Divisione, ma l'incarico è stato affidato a me ed altri Shinigami direttamente dal Comandante Generale Kuoraku.

Questo avrebbe dovuto spazzare via qualsiasi dubbio da parte della ragazza. Non c'era alcuna traccia di menzogna nelle parole di Benkei. — Il Capitano Fon è giunta in soccorso dopo le mie segnalazioni sulla presenza di un Adjuchas. — spiegò ancora. — Credo semplicemente fosse in quel momento il Capitano che aveva la possibilità di intervenire più rapidamente.

Tornando invece a parlare di Ai, Benkei annuì rispettosamente alle parole di Emilia.
— È impressionante quanto un Shinigami possa crescere nel corso del tempo e diventare più forte. La forza e la crescita di Ai-sama sono un esempio tangibile di ciò.

Mentre Emilia parlava, Benkei sentì un sottile velo di orgoglio nella sua voce. Era evidente che la giovane Shinigami nutriva un profondo rispetto e fiducia nel proprio leader. Benkei pensò a come il legame tra un Capitano, un Tenente, un alto seggio e i suoi sottoposti potesse influenzare la crescita e la determinazione di ciascun membro della Brigata.

— È davvero un onore servire sotto il comando di uno Shinigami così forte e rispettato. — commentò Benkei, pensando dentro di sè a quanto ammirasse le capacità del Capitano Fon. — Mi auguro che, con il tempo, anch'io possa crescere e contribuire ai successi della Brigatau.

Con un sorriso tranquillo, Benkei sorseggiò il suo the, riflettendo sulla dinamica unica delle Brigate e sui vari percorsi che ogni Shinigami poteva intraprendere nella propria crescita, percorrendo una strada diversa da quella di tutti gli altri.

Le parole di Emilia portarono un lampo di consapevolezza negli occhi di Benkei.
— L'Hakuda è un'arte preziosa. — rispose, confermando il filo rosso che legava il suo stile di combattimento con quello del Capitano Soi Fon e quello di Ai. — Ogni Shinigami ha un modo unico di interpretare e perfezionare le tecniche, creando uno stile distintivo. Si tratta semplicemente di trovare la propria strada.

Mentre parlava, i suoi pensieri andarono a Daiseishi, lo spirito della sua Zanpakutō, che aveva svolto un ruolo cruciale nello sviluppo del suo stile di combattimento.
— Daiseishi è stato un insegnante prezioso per me. — ammise con gratitudine, sfoderando la spada corta, molto più simile a una wakizashi che a una katana, appoggiandola rispettosamente sul tavolo di fronte a sè.
— Mi ha guidato nella scoperta e nel perfezionamento delle tecniche di Hakuda. La connessione tra un Shinigami e la sua Zanpakutō è davvero un legame speciale, e sono fortunato ad avere Daiseishi come insegnante.

Tornò a sorseggiare la sua tazza di the, guardando Emilia con un'aria di gratitudine.

Emilia sollevò un punto significativo riguardo al passaggio delle volontà e degli insegnamenti attraverso le generazioni di Shinigami.
— È un compito importante. — disse Benkei, contemplando la responsabilità di poter divenire un giorno il depositario di tale eredità. — Credo tuttavia che solo pochissimi Shinigami possono avere l'onore di entrare così tanto in connessione con un Capitano da potersi definire davvero loro eredi.